La costruzione di una mappa concettuale richiede un notevole sforzo metacognitivo. Le proprie conoscenze si destrutturano - ristrutturano in modo plastico, cercando di sovrapporsi sia agli schemi visuali - spaziali sia alle strutture proposizionali che si vanno costruendo. Nel compiere queste operazioni di confronto gli auditivi e i visuali ricavano diversi feedback (suona bene-non suona bene; rispecchia ciò che conosco - non lo rispecchia, mi soddisfa - non mi soddisfa) e incontrano diversi tipi di difficoltà. Lo sforzo del costruire mappe e leggere mappe consente gradualmente di apprendere la lingua pedagogica mancante. Chi invece ha un minimo controllo di entrambe le lingue pedagogiche non ha difficoltà a risolvere le difficoltà. Il superamento delle difficoltà di organizzazione spaziale - visuale, che rende discenti adulti diffidenti verso le mappe concettuali, costituisce invece una palestra utile per le menti più plastiche dei giovani.