Sai Barcellona allora era la capitale dell’underground, dei rave, dei punkabbestia. Io ho vissuto sempre solo in case occupate e non ho mai lavorato. Ho trovato un gruppo che viveva così…erano punkabbestia, nel senso avevano degli ideali..erano anarchici rifiutavano la società e quindi anche il lavoro. Però eravamo organizzati: ti svegliavi la mattina e dovevi sempre fare qualcosa in casa, magari accomodare il furgone…poi dovevi andare davanti ai supermercati a chiusura a farti dare quello che avanzava, andare in giro a scollettare. Alla fine vivere senza lavorare è complicato#un lavoro?# si [ridiamo]… E in più bisognava prepararsi per i rave…” Quando penso a quelli che vivevano con me, anche quelli più grandi-magari quarantenni- penso a persone coerenti..li rispetto. Ancora oggi quando incontro un punkabbestia…Sai quella volta in quell’ambiente c’erano degli ideali precisi anche sul rave sull’occupazione…sai la T.A.Z e via dicendo…oggi tanti vanno ai rave e non sanno nemmeno cosa signfichi e cosa rappresenti…”