In questo intervento
lo scrittore Giampiero Rigosi suggerisce alcuni esercizi di scrittura
creativa.
Dal momento che, da diversi anni, tengo abitualmente laboratori e seminari di
scrittura in scuole, istituti, licei, carceri, circoli culturali, mi è stato
chiesto di stendere alcuni consigli per aspiranti scrittori.
Devo premettere però, che il mio metodo si basa soprattutto sulla pratica
della scrittura, sul rapporto diretto e sulla collaborazione dei partecipanti,
e quindi non mi è facile, ora, sintetizzare in poche righe il percorso che di
solito svolgo in parecchi incontri e, soprattutto, scambiando e invitando a
scambiare pareri, idee, consigli, intuizioni. Non ho, insomma, un manuale a
cui riferirmi, da cui estrarre qualche brano scelto.
Quello che posso fare è provare a suggerire alcuni esercizi, fra i tanti che,
di volta in volta propongo a coloro che frequentano i miei laboratori.
Questi esercizi sono una specie di ginnastica della fantasia.
Prima di tutto bisogna sottolineare che l'immaginazione ha regole
particolari. Per esempio non sopporta la prevedibilità. Quindi, per stimolare
l'invenzione, bisogna fare il possibile per deviare dai percorsi già battuti
e consueti, scartare di lato, dirottare, naufragare...
1 - fare un elenco
questo esercizio è uno dei più utilizzati per sbloccare la creatività. Si può
partire facendo degli elenchi di cose (oggetti, esseri viventi, entità di
qualsiasi genere) che abbiano in comune una qualità, per esempio un colore
qualsiasi. Una lista della spesa, insomma, in cui ci sforzeremo di guardarci
attorno con gli occhi della mente, muovendoci a nostro agio per tutto il
mondo: dal nostro appartamento alla piazza della città, ma anche in paesi che
abbiamo visto solo alla televisione, da un continente all'altro, in alto nel
cielo e giù nelle profondità del mare. Scegliamo il rosso. Cosa mettiamo nel
cesto? Tutto quel che ci viene in mente: dalla maglietta con il ritratto di
Che Guevara al pesciolino che c'è nel vaso, dal succo di pomodoro alla
Ferrari, dal fuoco nel camino allo smalto per unghie che usa la vicina del
piano di sotto... più è ampia e varia la serie di oggetti che peschiamo, più
la nostra fantasia verrà stimolata. Fate più liste, scegliendo colori
diversi, ma anche altre categorie, come per esempio l'elenco delle cose che
vi piacciono di più, delle cose che non sopportate, ecc...
2 - associare parole che non hanno nessun nesso logico in comune e costruire
una storia
Spesso, già le liste che abbiamo steso hanno un aspetto interessante, a loro
modo poetico. Bene, ora proviamo a metterle assieme. Scegliete una parola da
ogni lista (almeno tre): meglio se non hanno nulla in comune. Costruite una
storia che le contenga tutte. Quale vicenda potrà legare un viaggio in astronave,
l'azzurro del maglione di un compagno di classe, un giaguaro, una spremuta di
arancio? Scegliete combinazioni impossibili: sarete obbligati a far viaggiare
la fantasia.
3 - cambiare le favole
Adesso vorrei proporre un paio di esercizi suggeriti da Gianni Rodari. In
questo caso partiamo da storie conosciute, come le fiabe, e modifichiamo
qualcosa nella vicenda, per esempio il carattere o la fisionomia dei
protagonisti. Si possono cambiare uno o più elementi, sovvertendo la vicenda,
fino al rovesciamento totale della storia. Cenerentola è una poco di buono,
che ruba i fidanzati alle sorelle. Biancaneve diventa amica di sette giganti
e li aiuta a compiere delle rapine. Cappuccetto rosso aiuta la nonnetta
malvagia a catturare il lupo per farne uno stufato, ma interviene un
ex-cacciatore pentito, diventato animalista, che libera il lupo e lo riporta
nel bosco. Un'altra possibilità suggerita da Rodari è quella di provare ad
associare a un personaggio fiabesco una parola che non c'entra niente: per esempio
Cappuccetto rosso ed elicottero.
4 - cambiare il punto di vista
Un altro esercizio è quello di immaginare la storia dal punto di vista di un
personaggio secondario: il cattivo di turno, ma anche una comparsa. Per
rimanere alla storia di Cappuccetto rosso, si può raccontare la storia, in
prima persona, dal punto di vista del lupo (come fosse una sorta di serial
killer, appostato nel bosco), oppure dal punto di vista del cacciatore che
interviene nel finale (questo ci obbliga a immaginare la vita del cacciatore:
cosa faceva prima di entrare in scena? Dove stava andando? E' un cacciatore
esperto o un novellino? E' spietato o prova compassione per gli animali che
uccide?) Io chiamo questo esercizio 'la versione di Venerdì: dal nome
dell'indigeno che Robinson Crusoe trova sull'isola su cui fa naufragio. Defoe
ci consegna la versione di Robinson Crusoe, d'accordo, ma il cosiddetto
'selvaggio' che scopre sull'isola, come vede la storia? Cosa pensa, in
realtà, di quello sconosciuto dalla pelle chiara e dalle strane abitudini che
invade la sua isola con modi di fare da padrone? Insomma, ribaltare il punto
di vista, o ripercorrere una storia nota, seguendo i gesti di un personaggio
che, nella versione originale, era secondario. Raccontare quindi la versione
di Caino, di Remo, di uno dei ladroni crocifissi accanto a Gesù Cristo,
ecc...
5 - Immaginare una storia da un punto di vista molto diverso dal nostro
E' una variante dell'esercizio predente, ed è un buon esempio di ginnastica
della fantasia. Si tratta di raccontare una storia, preferibilmente in prima
persona (per favorire l'immedesimazione), dal punto di vista di un animale,
ma anche -perché no?- di un oggetto: come sarà la giornata di uno
scarafaggio? Cosa penserà di noi il nostro gatto? E il nostro canarino? Come
vedrà le cose un falco? E un granchio? E un posacenere? E un segnale
stradale?
6 - Creare i personaggi
A questo punto, ci siamo appropriati dell'arte di immaginare dei personaggi.
Abbiamo cioè creato delle persone che vivono sulla carta: anche se ci siamo
ispirati a personaggi già raccontati da qualcun altro, li abbiamo, di fatto,
reinterpretati a nostro modo. Proviamo ora a inventare un nostro personaggio.
Che sia reale o fantastico (può essere un fornaio come un extraterrestre, un
giocatore di calcio o uno gnomo del bosco che si è perso e si è ritrovato in
un giardino pubblico del centro), nel descriverlo possiamo ispirarci,
naturalmente, a qualcuno che conosciamo. Anzi, quando si tratta di
tratteggiare fisicamente il nostro personaggio, sarà meglio, proprio per
uscire dai cliché, osservare attentamente le persone in carne e ossa che ci
stanno attorno, e riportare dettagli presi dalla vita reale. Non
accontentiamoci di descrivere il solito "basso, grasso, senza
capelli", o il "duro con l'impermeabile e il cappello a tese
larghe" o la "ragazza bionda, alta, con gli occhi azzurri": si
tratta di stereotipi. Forniamo invece al nostro personaggio delle
caratteristiche originali e verosimili. Ce la possiamo cavare facendo una
sorta di collage: rubiamo il naso al fruttivendolo, i capelli a un
annunciatore televisivo, il modo di camminare al postino, il tono di voce al
prof di ginnastica, e 'incolliamoli' sul nostro personaggio. Funziona? Se
qualcosa non ci convince, spostiamo, tentiamo ancora, fino a quando il
personaggio che abbiamo inventato non comincia a mettersi a fuoco nella
nostra mente. Poi cerchiamo di immaginare le sue abitudini e i suoi gusti. E'
sposato? Ha figli? Che lavoro fa? Gli piace viaggiare? Gli piace la pizza o
preferisce una cena in un buon ristorante? Va mai al cinema? Che musica
ascolta? A scuola, da ragazzo, andava meglio in matematica o in italiano?
Insomma, facciamo un sacco di domande al nostro personaggio. Le risposte sono
dentro di noi: usciranno man mano che le facciamo.
In questo modo, possiamo inventare più personaggi. Anche in questo caso,
cerchiamo di avere una varietà interessante, e facciamo in modo di inventarli
uno diverso dall'altro. Quando ne avremo almeno due o tre, possiamo provare a
farli incontrare in una storia. Per esempio, li possiamo coinvolgere in un
equivoco: si incrociano per caso nella sala d'aspetto di una stazione, e uno
di loro scambia la propria valigia con quella di un altro. Oppure uno di
loro, particolarmente sospettoso, è convinto di aver individuato un agente
segreto, mentre in realtà si tratta di un pacifico commesso viaggiatore. La
domanda che deve guidarci è: cosa succederebbe se? Cosa succederebbe se una
suora, per errore, si ritrovasse con una valigia che, anziché contenere libri
di catechismo, nasconde il bottino di una rapina: due miliardi in banconote
di grosso taglio? Cosa succederebbe, se un tranquillo rappresentante di scope
elettriche venisse scambiato per una spia?
Naturalmente, le variazioni sono infinite. Dipende dalla vostra fantasia, e
da quanto la tenete allenata. L'immaginazione infatti, proprio come un
muscolo, per funzionare bene ha bisogno di essere tenuta in allenamento. Fate
questi esercizi, e inventatene altri per conto vostro, spostando gli
elementi, sperimentando nuove associazioni, inventando intrecci... Il
territorio è la pagina che avete davanti, vasta come l'universo. Non rimane
che riempirla di personaggi e di storie.
Giampiero Rigosi
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