LE SALINE DI CERVIA La storia delle saline L'origine delle saline cervesi è antichissima, probabilmente greca o etrusca. C'è una suggestiva ipotesi dell'abate gesuita PietroAntonio Zanoni, vissuto nel 1700 (presente nel suo poema latino De Salinis Cerviensibus), secondo il quale l'idea strutturale della salina fu stimolata dalla osservazione diretta di cosa accadeva in alcune impronte lasciate dagli zoccoli dei cavalli sul litorale: l'acqua del mare le riempiva, il sole faceva evaporare quell'acqua e dopo qualche giorno l'impronta restava asciutta, ma ornata sul fondo da una trina bianca di sale. Una storia millenaria, come quella di altre saline che un tempo fiorivano lungo il delta padano. Un territorio caratterizzato da coste basse e argillose che trattenevano naturalmente, con le alte maree, l'acqua del mare, esponendola a sottile strato, d'estate, ai raggi del sole. Diversi elementi sottolineano la predisposizione naturale della città alla produzione saliera: Ficocle, l'antico nome di Cervia, è toponimo greco che significa "luogo noto per le alghe"; sono stati rinvenuti, a meno di due chilometri dall'attuale linea di spiaggia, diversi reperti attribuibili al periodo del bronzo antico; altri ritrovamenti dell'età del ferro a Confine e a Montaletto; sono numerosissimi i reperti dell'età romana e di quella bizantina in tutto il territorio cervese. Dalla lavorazione del sale si ricava l'"acqua madre", ricca di cloruro e solfato di magnesio, e di calcio, e il millenario liman, fango dalle proprietà terapeutiche, componente impermeabile del terreno, adattissimo a evitare sia le dispersioni d'acqua verso il basso che le acque risorgive dolci. L'acqua e il fango sono gli elementi utilizzati oggi scientificamente nel moderno complesso delle terme di Cervia, per gli innumerevoli benefici che recano al corpo umano e per prevenire diversi tipi di malattie e disturbi. La storia politica ed economica di Cervia si è svolta per oltre un millennio sempre intorno alle proprie saline. La città prosperava quando il raccolto era abbondante, stentava quando le annate erano cattive o gli incettatori del prezioso prodotto si mostravano esosi. La notevole produzione di sale riforniva estese aree di mercato fra cui la Romagna, Bologna, Ferrara, Modena, parte delle Marche, Umbria e Lombardia. Non ci stupisce notare che la ricchezza economica raggiunta attirasse le mire dei potenti di allora: papato, impero, comuni e signorie si contendevano il controllo delle saline, a scapito del territorio e degli abitanti di Cervia. L'unico tesoriere che i cervesi accettano di ricordare è il conte Michel Angelo Maffei, che fece costruire nel 1691 il bellissimo Magazzino del sale e la torre contigua per difenderlo, e iniziò la costruzione della nuova città vicino al mare. La salina di Cervia, con diverse decine di dipendenti, costituiva fino a pochi anni fa la più grande azienda del comune. Introdotto nel 1959, il nuovo sistema a raccolta unica, detto "francese", richiede minor mano d'opera di quanta ne fosse necessaria nel sistema tradizionale a raccolta multipla. L'acqua salmastra arriva dal mare attraverso il canalino di Milano Marittima, munito di una paratia che intercetta l'immissione dell'acqua in sincronia con il massimo livello dell'alta marea, o se necessario, tramite il pompaggio di una idrovora. L'immissione dell'acqua si effettua tra aprile e settembre. Nelle vasche di prima evaporazione l'acqua vergine viene pompata da un canale pensile, per poi passare in quelle successive per caduta naturale. Man mano che l'evaporazione procede, nei bacini salanti si forma una bianca distesa di sale, il cui spessore aumenta col procedere della campagna salifera. Nella seconda metà di agosto, inizia la raccolta del prodotto attraverso caricatori meccanici e vagoncini deucaville, che viene trasportato presso la strada Salara, in un grande cumulo. In questi ultimi anni il sale viene in gran parte venduto ai Comuni e utilizzato in inverno per sciogliere neve e ghiaccio.