Come considerare e "correggere" gli errori?
Il semplice conteggio degli errori, dunque, non permette di comprendere ‘cosa stia facendo’ l’apprendente: quali sono le sue ipotesi, quali sono le aree su cui sta compiendo esperimenti e quali, invece, quelle che cerca di evitare, dove sono i punti di instabilità e quelli di consolidamento o fossilizzazione. Un modo alternativo di valutare si basa sul concetto di interlingua e ha proprio come domanda centrale: “Cosa sta facendo l’apprendente?”. Per ogni costruzione deviante rispetto alla lingua d’arrivo si cercherà di dare una spiegazione in positivo (Cosa succede? Cosa è regolare? Cosa è stato acquisito?) e non in negativo (Cosa manca? Cosa viola regole? Cosa non è stato acquisito?). Si noti chepositivo e negativo qui non implicano alcun giudizio di valore (non stiamo dicendo di considerare gli errori buoni o cattivi), ma solo che una valutazione basata sull’esistenza, sulla presenza, si contrappone a una basata sull’idea di mancanza
(Dalla scheda madre del Poseidon)