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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Boccaccio, il padre pretese che seguisse gli affari del banco per impratichirsi nel mestiere ebbe così modo di fare esperienza della umanità varia che costituiva il tessuto cittadino e del dinamismo del mondo economico borghese, opere del periodo napoletano nelle quali l'autore sfrutta materie provenienti dai testi classici e medievali, ma anche dalla narrazione popolaresca, alla quale tuttavia tenta di dare la qualità formale alta della tradizione classica, trauma del ritorno a Firenze in seguito al fallimento della banca dei Bardi nel 1340, e dunque l'abbandono della vita dorata a corte e la necessità di affrontare una situazione economica peggiorata, per la città e per se stesso a cui seguì il trauma ancora maggiore dell'esperienza della peste che si diffuse in città nel 1348 mietendo un enorme numero di vittime, GIOVANNI BOCCACCIO si formò a Napoli, dove il padre si trasferì nel 1327 come socio della banca dei Bardi che finanziava la corte angioina e che gestiva fiorenti traffici commerciali in città, opere del periodo napoletano ovvero La caccia di Diana, Il Filostrato, Il Filocolo, Teseida, GIOVANNI BOCCACCIO maturò negli ultimi anni una svolta letteraria che lo condusse ad immergersi nello studio dei classici e a rinunziare ad una letteratura di intrattenimento, volta prioritariamente a donare piacere ai lettori, lo stile di vita raffinato ed elegante, la cultura cortese, le mode letterarie (giochi e letture di romanzi cavallereschi e liriche d'amore) influenze che si manifestano nelle opere del periodo napoletano, fare esperienza della umanità varia che costituiva il tessuto cittadino e del dinamismo del mondo economico borghese da cui trasse il gusto per la vita in ogni suo aspetto, anche basso, la visione del mondo improntata al realismo e lo sguardo attento sulle diversità degli ambienti sociali, Napoli, dove il padre si trasferì nel 1327 come socio della banca dei Bardi che finanziava la corte angioina e che gestiva fiorenti traffici commerciali in città dove il padre pretese che seguisse gli affari del banco per impratichirsi nel mestiere, GIOVANNI BOCCACCIO maturò negli ultimi anni una svolta meditativa legata alla crisi religiosa che visse, anche in seguito alla frequetazione epistolare con Petrarca, e che lo condusse a prendere i voti, nelle opere che precedono il Decameron, come la Comedìa delle ninfe, Il ninfale fiesolano, l'Elegia di Madonna Fiammetta quet'ultima opera soprattutto interessante per l'oggettivazione della voce dell'autore in un personaggio femminile e lo scavo nella psicologia amorosa di una donna, trauma del ritorno a Firenze in seguito al fallimento della banca dei Bardi nel 1340, e dunque l'abbandono della vita dorata a corte e la necessità di affrontare una situazione economica peggiorata, per la città e per se stesso per cui i contenuti nelle opere del periodo fiorentino rivelano un'ispirazione meno leggera e una maggiore vicinanza alla tradizione letteraria più severa della città, e soprattutto al modello più alto, quello della Divina Commedia, Napoli, dove il padre si trasferì nel 1327 come socio della banca dei Bardi che finanziava la corte angioina e che gestiva fiorenti traffici commerciali in città dove come ospite prestigioso della corte frequentò la gioventù aristocratica, i contenuti nelle opere del periodo fiorentino rivelano un'ispirazione meno leggera e una maggiore vicinanza alla tradizione letteraria più severa della città, e soprattutto al modello più alto, quello della Divina Commedia come risulta evidente nelle opere che precedono il Decameron, come la Comedìa delle ninfe, Il ninfale fiesolano, l'Elegia di Madonna Fiammetta, GIOVANNI BOCCACCIO visse il trauma del ritorno a Firenze in seguito al fallimento della banca dei Bardi nel 1340, e dunque l'abbandono della vita dorata a corte e la necessità di affrontare una situazione economica peggiorata, per la città e per se stesso, come ospite prestigioso della corte frequentò la gioventù aristocratica condividendone lo stile di vita raffinato ed elegante, la cultura cortese, le mode letterarie (giochi e letture di romanzi cavallereschi e liriche d'amore), GIOVANNI BOCCACCIO proveniva da una famiglia borghese: il padre era un ricco mercante fiorentino (ma originario di Certaldo), opere del periodo napoletano nelle quali all'insegna di uno spiccato sperimentalismo, l'autore mescola i modelli letterari e attinge alle proprie esperienze autobiografiche, il trauma ancora maggiore dell'esperienza della peste che si diffuse in città nel 1348 mietendo un enorme numero di vittime in conseguenza della quale maturò l'ispirazione per il suo capolavoro, Il Decameron