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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: L'età giolittiana 3, guerra di Libia tra il 1911 e il 1912 che aveva lo scopo di dare risposte alla richiesta di occasioni di investimento che veniva dal capitalismo finanziario e industriale, guerra di Libia tra il 1911 e il 1912 sostenuta da il partito nazionalista di Corradini, non diedero il risultato sperato da Giolitti perché ottennero un successo elettorale anche le forze "estreme", fra le quali il PSI, dove dominava la corrente massimalista e i riformisti Bissolati e Bonomi erano stati espulsi, una vittoria anche se all'interno del territorio la ribellione continuò per anni a mettere a dura prova la presenza italiana, la riforma elettorale del 1912 in seguito alla quale stipulò un patto con l'Unione elettorale cattolica (il Patto Gentiloni) grazie al quale avrebbe attirato i voti dei cattolici, l'Italia avrebbe appoggiato la conquista francese del Marocco e in cambio la Francia avrebbe accettato l'espansione coloniale italiana in Libia che in quegli anni era diventata un obiettivo di espansione economica e finanziaria del Banco di Roma e della finanza cattolica, non diedero il risultato sperato da Giolitti per cui Giolitti si dimise, ritenendo di potere così ritornare al governo rafforzato dopo che il suo successore, il conservatore Salandra si fosse arreso di fronte all'instabilità del Paese, la riforma elettorale del 1912 in seguito alla quale indisse nuove elezioni nel 1913, la riforma elettorale del 1912 che introdusse il suffragio universale maschile, l'Italia avrebbe appoggiato la conquista francese del Marocco e in cambio la Francia avrebbe accettato l'espansione coloniale italiana in Libia anche per evitare che Inghilterra e Francia si spartissero l'Africa mediterranea, un avvicinamento strategico alla Francia e all'Inghilterra anche per preparare un rilancio della politica coloniale anche grazie a un accordo con la Francia per la penetrazione delle due potenze in Africa settentrionale nel 1902, guerra di Libia tra il 1911 e il 1912 che aveva lo scopo di far acquisire all'Italia una posizione di rilievo negli equilibri europei, Giolitti si dimise, ritenendo di potere così ritornare al governo rafforzato dopo che il suo successore, il conservatore Salandra si fosse arreso di fronte all'instabilità del Paese ma lo scoppio del primo conflitto mondiale rese inattuabile tale progetto e rivelò come esso fosse stato sostanzialmente sorpassato dagli eventi, LA POLITICA ESTERA DEI GOVERNI GIOLITTI si orientò verso una ripresa dell'espansione coloniale a partire dal 1910, un allontanamento dalle potenze della triplice Alleanza anche se il trattato non fu formalmente denunciato, stipulò un patto con l'Unione elettorale cattolica (il Patto Gentiloni) grazie al quale avrebbe attirato i voti dei cattolici patto che prevedeva la presenza di cattolici e il voto cattolico alle liste giolittiane in cambio dell'impegno degli eletti per una politica in difesa del matrimonio, delle scuole e dei sindacati cattolici, indisse nuove elezioni nel 1913 che tuttavia non diedero il risultato sperato da Giolitti, un accordo con la Francia per la penetrazione delle due potenze in Africa settentrionale nel 1902 in base al quale l'Italia avrebbe appoggiato la conquista francese del Marocco e in cambio la Francia avrebbe accettato l'espansione coloniale italiana in Libia, guerra di Libia tra il 1911 e il 1912 sostenuta da intellettuali e uomini di cultura come D'annunzio e Pascoli, guerra di Libia tra il 1911 e il 1912 che preparò la riforma elettorale del 1912