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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: La riflessione politica dal '31 al '48 (2), fece Vincenzo Gioberti, che era stato cappellano alla corte di Carlo Alberto, ma che era anche rimasto coinvolto nei primi moti mazziniani il quale pubblicò nel 1843 "Del primato morale e civile dell'Italia", un saggio nel quale riteneva che l'Italia avrebbe riconquistato il suo ruolo di guida tra le popolazioni (che aveva perduto nei secoli della decadenza) se avesse riconosciuto al Papa l'autorità di mettersi alla guida di una federazione di monarchie costituzionali, oltre che con la minaccia delle armi con la diplomazia che avrebbe dovuto spingere gli Asburgo a cercare compensazioni dalla perdita del Lombardo Veneto verso oriente, diede origine ad uno schieramento "neoguelfo", che credeva nella necessità di affidare al cattolicesimo il compito di creare un'identità comune nella penisola progetto tuttavia che si arenava di fronte all'oscurantismo in cui versava il papato con Gregorio XIV, LA RIFLESSIONE POLITICA DAL '31 AL '48 IN ITALIA vide la nascita di una corrente politica (i "neoghibellini") contraria al mazzinianesimo, ma repubblicana e federale, Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo quest'ultimo che nel 1839 fondò un'importante rivista progressista, il "Politecnico", diede origine ad uno schieramento "neoguelfo", che credeva nella necessità di affidare al cattolicesimo il compito di creare un'identità comune nella penisola contro la religiosità laica della Giovine Italia e il suo programma rivoluzionario, l'alta borghesia e l'aristocrazia più illuminate preoccuparsi per le insurrezioni mazziniane ed elaborare idee più moderate, che coniugavano una certa apertura alla modernità e la l'obiettivo di giungere alla concessione di costituzioni, ma senza compromettere l'ordine sociale e la tradizione, Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo i quali avevano una solida formazione illuminista, al contrario di Gioberti, pur cattolici, affidavano a Carlo Alberto il compito di mettersi alla testa di una guerra di popolo per cacciare gli Austriaci dal territorio italiano convincendoli oltre che con la minaccia delle armi con la diplomazia, avevano una solida formazione illuminista e pertanto contestavano ai liberal moderati il loro conservatorismo, avevano una solida formazione illuminista e pertanto contestavano a Mazzini l'ispirazione romantica e misticheggiante che stava alla base del mito della Italia unita, contestavano ai liberal moderati il loro conservatorismo che li spingeva a sostenere le monarchie reazionarie della restaurazione, li spingeva a sostenere le monarchie reazionarie della restaurazione mentre solo con la repubblica il popolo può avviare un reale progresso, civile, politico, ma anche economico, di cui tutti dovevano beneficiare, LA RIFLESSIONE POLITICA DAL '31 AL '48 IN ITALIA vide l'alta borghesia e l'aristocrazia più illuminate preoccuparsi per le insurrezioni mazziniane, idee più moderate, che coniugavano una certa apertura alla modernità e la l'obiettivo di giungere alla concessione di costituzioni, ma senza compromettere l'ordine sociale e la tradizione come fecero aristocratici torinesi, quali Cesare Balbo (Le speranze d'Italia) e Massimo D'Azeglio (Riflessioni sugli ultimi casi di Romagna), fecero aristocratici torinesi, quali Cesare Balbo (Le speranze d'Italia) e Massimo D'Azeglio (Riflessioni sugli ultimi casi di Romagna) che al contrario di Gioberti, pur cattolici, affidavano a Carlo Alberto il compito di mettersi alla testa di una guerra di popolo per cacciare gli Austriaci dal territorio italiano, al contrario di Gioberti, pur cattolici, affidavano a Carlo Alberto il compito di mettersi alla testa di una guerra di popolo per cacciare gli Austriaci dal territorio italiano solo così gli stati italiani avrebbero conosciuto caute costituzioni e una fase di sviluppo, pubblicò nel 1843 "Del primato morale e civile dell'Italia", un saggio nel quale riteneva che l'Italia avrebbe riconquistato il suo ruolo di guida tra le popolazioni (che aveva perduto nei secoli della decadenza) se avesse riconosciuto al Papa l'autorità di mettersi alla guida di una federazione di monarchie costituzionali saggio che diede origine ad uno schieramento "neoguelfo", che credeva nella necessità di affidare al cattolicesimo il compito di creare un'identità comune nella penisola, la nascita di una corrente politica (i "neoghibellini") contraria al mazzinianesimo, ma repubblicana e federale ad opera di Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo, nel 1839 fondò un'importante rivista progressista, il "Politecnico" nella quale si considerava il contesto economico come molla dello sviluppo storico