Warning:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this page will work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: l'Italia crispina, FRANCESCO CRISPI divenne Presidente del Consiglio nel 1887 alla morte di Depretis, di grande spregiuticatezza nella politica economica, sostenendo l'imprenditoria industriale e il capitale finanziario anche con una accelerazione nella politica imperialistica e colonialista, ma senza riuscire ad evitare una grave crisi economica aggravata dalle consistenti spese militari, tanto che si dimise una prima volta e fu sostituito da Giovanni Giolitti ma la pausa fu breve, perché Giolitti venne coivolto nello scandalo della Banca di Roma e fu costretto alle dimissioni nel 1893, concepiva il Parlamento come organo a cui spettava solo di legittimare le decisioni dell'esecutivo e nel periodo in cui rimase in carica il Parlamento venne convocato un numero esiguo di volte, una svolta autoritaria e antiparlamentare nella politica governativa in quanto concepiva il Parlamento come organo a cui spettava solo di legittimare le decisioni dell'esecutivo, Presidente del Consiglio nel 1887 alla morte di Depretis e attuò una svolta autoritaria e antiparlamentare nella politica governativa, tentò di riprendere l'espansione italiana in Etiopia, che tuttavia non era un territorio debole e frazionato tra tribù primitive, ma una monarchia forte anche militarmente dunque Crispi volle, con un sotterfugio, ottenere il consenso del negus d'Etiopia Menelik ad una forma di protettorato italiano sul territorio (trattato di Uccialli), ma la reazione etiopica portò alla disastrosa e umiliante sconfitta di Adua (1896), in seguito alla quale Crispi si dimise, vennero introdotte importanti novità nella legislazione penale con il codice Zanardelli, che aboliva la pena di morte e ammetteva il diritto di sciopero tuttavia quando si fece più accesa la protesta dei fasci siciliani (associazioni di minatori e braccianti che lottavano per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro), Crispi risolse il problema inviando l'esercito a reprimere la protesta, un riformismo molto cauto, che solo in parte rispettava il programma della sinistra precedente alla svolta del 1876 per cui se da una parte concesse maggiore autonomia ai poteri locali rendendo elettiva la carica di sindaco, dall'altra rafforzò il controllo dei prefetti sulle giunte comunali, FRANCESCO CRISPI proveniva dalla alta borghesia meridionale che eveva partecipato al processo risorgimentale di unificazione nazionale, Presidente del Consiglio nel 1887 alla morte di Depretis e attuò un riformismo molto cauto, che solo in parte rispettava il programma della sinistra precedente alla svolta del 1876, dalla alta borghesia meridionale che eveva partecipato al processo risorgimentale di unificazione nazionale e aveva militato nelle file della sinistra, FRANCESCO CRISPI diede prova di grande spregiuticatezza nella politica economica, sostenendo l'imprenditoria industriale e il capitale finanziario anche con una accelerazione nella politica imperialistica e colonialista, ma senza riuscire ad evitare una grave crisi economica aggravata dalle consistenti spese militari, tanto che si dimise una prima volta e fu sostituito da Giovanni Giolitti, una politica estera aggressiva e imperialistica, in pieno accordo con il nuovo sovrano Umberto II per cui tentò di riprendere l'espansione italiana in Etiopia, che tuttavia non era un territorio debole e frazionato tra tribù primitive, ma una monarchia forte anche militarmente, un riformismo molto cauto, che solo in parte rispettava il programma della sinistra precedente alla svolta del 1876 per cui vennero introdotte importanti novità nella legislazione penale con il codice Zanardelli, che aboliva la pena di morte e ammetteva il diritto di sciopero, aveva militato nelle file della sinistra e aveva assunto l'incarico di Ministro dell'Interno nei governi Depretis, Presidente del Consiglio nel 1887 alla morte di Depretis e attuò una politica estera aggressiva e imperialistica, in pieno accordo con il nuovo sovrano Umberto II