Warning:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this page will work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: L'espansionismo romano dopo la seconda guerra punica, venne sconfitto da Roma a Magnesia e dunque perse una parte dei suoi territori che vennero annessi dal regno di Pergamo, alleato di Roma, segnò una svolta imperialistica nella politica estera di Roma come dimostrò la fine di Cartagine, con la terza guerra punica (149-146 a.C.), un secondo conflitto (201-197), in cui Roma intervenne in aiuto delle poleis greche con le quali si era alleata e che stavano subendo le mire espansionistiche di Filippo che si concluse con la vittoria romana a Cinocefale, durante il ben più grave scontro con la potenza cartaginese, Roma decise di contrastare le ambizioni di Filippo, con un conflitto nel quale chiese l'appoggio delle città greche e ottenne anche l'alleanza di Attalo, re di Pergamo (prima guerra macedoonica) al quale seguì un secondo conflitto (201-197), in cui Roma intervenne in aiuto delle poleis greche con le quali si era alleata e che stavano subendo le mire espansionistiche di Filippo, ebbe come causa scatenante la reazione di Cartagine contro le provocazioni del vicino regno di Numidia, dove il re Massinissa, alleato dei romani, aveva approfittato della sua posizione di forza sconfinando nei territori cartaginesi per cui alla guida di un corpo di spedizione romano, il figlio del vincitore di Zama, Publio Cornelio Scipione l'Emiliano, sconfisse la città nemica e la rase al suolo, perse una parte dei suoi territori che vennero annessi dal regno di Pergamo, alleato di Roma e quando poi il re di Pergamo, Attalo I, morì senza eredi lasciando il suo regno a Roma, il senato formò in questo territorio una nuova provincia, la provincia d'Asia, Roma non mantenne tanto che le poleis greche, deluse per le intromissioni romane nella loro politica, si rivolsero per aiuto ad Antioco III seleucide, re di Siria, che sbarcò con il suo esercito nella penisola ellenica nel 191 a.C., vi fu una terza guerra macedonica, dopo lo scontro tra Roma e Attalo III re di Siria, quando il figlio di Filippo, Perseo, riprese la politica anti romana del padre ((171-168 a.C.) guerra che si concluse con la vittoria romana a Pidna, dopo la quale (e dopo un ulteriore fallimentare tentativo di ribellione, la quarta guerra macedonica) la Macedonia venne ridotta a provincia (146), fine della seconda guerra punica che segnò una svolta imperialistica nella politica estera di Roma, la fine di Cartagine, con la terza guerra punica (149-146 a.C.) che fu voluta solo per l'odio inveterato dei romani, le poleis greche, deluse per le intromissioni romane nella loro politica, si rivolsero per aiuto ad Antioco III seleucide, re di Siria, che sbarcò con il suo esercito nella penisola ellenica nel 191 a.C. e quando poi dopo la terza guerra macedonica, le poleis greche tentarono un'ultima volta di riacquistare la libertà, Roma intervenne duramente distrugggendo Corinto(146 a.C.) e sottoponendo tutta la grecia all'autorità del governatore romano della Macedonia, le poleis greche, deluse per le intromissioni romane nella loro politica, si rivolsero per aiuto ad Antioco III seleucide, re di Siria, che sbarcò con il suo esercito nella penisola ellenica nel 191 a.C. ma venne sconfitto da Roma a Magnesia, un secondo conflitto (201-197), in cui Roma intervenne in aiuto delle poleis greche con le quali si era alleata e che stavano subendo le mire espansionistiche di Filippo dopo il quale il console Tito Quinzio Flaminino, durante i giochi istmici di Corinto, annunciò la concessione della libertà alle poleis greche, iniziarono durante la seconda guerra punica quando Filippo V, sovrano della Macedonia con velleità imperialistiche, preoccupato per l'espansione romana in Illiria, pensò di approfittare della sconfitta subita da Roma a Canne e si alleò con Annibale, la fine di Cartagine, con la terza guerra punica (149-146 a.C.) che fu voluta in particolare dal senatore Catone, detto il Censore, che convinse il senato della pericolosità dell'antica rivale, le guerre macedoniche ovvero una serie di conflitti che contrapposero Roma al regno di Macedonia, durante il ben più grave scontro con la potenza cartaginese, Roma decise di contrastare le ambizioni di Filippo, con un conflitto nel quale chiese l'appoggio delle città greche e ottenne anche l'alleanza di Attalo, re di Pergamo (prima guerra macedoonica) conflitto che si concluse nel 205 a.C. con un trattato di fatto che non modificava sostanzialmente il rapporto di forza tra le due potenze, la fine di Cartagine, con la terza guerra punica (149-146 a.C.) che ebbe come causa scatenante la reazione di Cartagine contro le provocazioni del vicino regno di Numidia, dove il re Massinissa, alleato dei romani, aveva approfittato della sua posizione di forza sconfinando nei territori cartaginesi, il console Tito Quinzio Flaminino, durante i giochi istmici di Corinto, annunciò la concessione della libertà alle poleis greche promessa che Roma non mantenne, un secondo conflitto (201-197), in cui Roma intervenne in aiuto delle poleis greche con le quali si era alleata e che stavano subendo le mire espansionistiche di Filippo dopo il quale vi fu una terza guerra macedonica, dopo lo scontro tra Roma e Attalo III re di Siria, quando il figlio di Filippo, Perseo, riprese la politica anti romana del padre ((171-168 a.C.)