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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: I romanzi di Pirandello, I ROMANZI DI PIRANDELLO inizialmente e all'apparenza seguono i canoni della narrativa verista, in Uno, nessuno e centomila dove la narrazione procede per capitoli brevi o brevissimi, nei quali il racconto si alterna spesso con riflessioni filosofiche o elenchi di argomentazioni e addirittura talvolta Pirandello inserisce nella prosa segni grafici, al di fuori delle convenzioni romanzesche, il romanzo può solo replicare l'assenza di logica del reale come in Uno, nessuno e centomila, seguono i canoni della narrativa verista come ad esempio Il fu Mattia Pascal, il romanzo può solo replicare l'assenza di logica del reale per cui la narrazione perde il suo ordine sequenziale , la sua struttura logica e la credibilità dei suoi contenuti, l'impiano narrativo è già incentrato sull'umorismo perché si indeboliscono i nessi deterministici (i rapporti di causa - effetto) ed emerge l'assurdità della vita, dei rapporti sociali e più in generale interpersonali, la pretesa naturalistica di fare del romanzo uno specchio della realtà in quanto il romanzo può solo replicare l'assenza di logica del reale, in Uno, nessuno e centomila dove il lessico è di registro medio - basso, colloquiale, con il ricorso anche a termini e modi di dire del parlato informale, in Uno, nessuno e centomila dove la sintassi è breve, incisiva ed espressiva, spesso apodittica (con una forte presenza di interrogative retoriche, di esclamative ed esortative), novità straordinarie sotto il profilo strutturale abbandonando la pretesa naturalistica di fare del romanzo uno specchio della realtà, in Uno, nessuno e centomila dove la vicenda prende le mosse da un fatto talmente banale e futile che è difficile attribuirgli logicamente importanza come causa scatenante della rottura dell'equilibrio, hanno un'ambientazione borghese provinciale, l'intreccio è costruito su fatti e la focalizzazione ricade sul protagonista, il cui punto di vista è reso attraverso l'indiretto libero tuttavia l'impiano narrativo è già incentrato sull'umorismo, apparentemente racconta il dramma di un protagonista piccolo borghese, vessato dal bisogno materiale e dall'infelicità domestica ma la vicenda assume caratteri grotteschi in tante parti del romanzo e approda ad un finale paradossale (e in questo senso anche il titolo è "fuori di chiave"), in Uno, nessuno e centomila dove il protagonista è un inetto, inadeguato a fronteggiare le dinamiche della società borghese, pienamente in linea con le tendenze del romanzo d'avanguardia, in Uno, nessuno e centomila dove la conclusione è spiazzante: l'unica possibilità di fuga dalla prigione dell'identità è la follia, la spersonalizzazione, si indeboliscono i nessi deterministici (i rapporti di causa - effetto) ed emerge l'assurdità della vita, dei rapporti sociali e più in generale interpersonali per cui ne deriva un'immagine della realtà paradossale e contraddittoria, in Uno, nessuno e centomila dove la voce narrante impone la sua prospettiva frantumata e distorta, I ROMANZI DI PIRANDELLO maturano presto novità straordinarie sotto il profilo strutturale, seguono i canoni della narrativa verista nel senso che hanno un'ambientazione borghese provinciale, l'intreccio è costruito su fatti e la focalizzazione ricade sul protagonista, il cui punto di vista è reso attraverso l'indiretto libero, la vicenda assume caratteri grotteschi in tante parti del romanzo e approda ad un finale paradossale (e in questo senso anche il titolo è "fuori di chiave") infatti Mattia Pascal per un colpo di fortuna riesce a liberarsi della moglie e della suocera e a vivere una nuova vita di viaggi e benessere con l'identità fittizia di Adriano Meis grazie ad una vincita al gioco, ma comprende che non può vivere veramente con un nome falso e quando tenta di recuperare la vecchia identità si accorge che non è più possibile (Mattia Pascal è creduto morto) per cui non gli rimane che la sofferenza di vedersi ormai fuori dalla realtà