I(2):Ok, beh allora io faccio il grafico, vivo da solo da tre anni. Figlio unico, son stato in casa fino a tre anni fa, un rapporto coi mia tranquillissimo e....son venuto via perché qui son più vicino al al lavoro e perché son uno che gli è sempre garbato anche stare da solo, anche in casa. Mi piace star da solo, leggere...nel senso un po' di ricerca la faccio, l'ho sempre fatta anche quando...anche quando ero piccolino. Son sempre stato con gente più grande di me e mi son ritrovato ad affrontare determinati pensieri e anche determinate circostanze prima di altri miei coetanei con gente più grande. Quindi invece quando i miei coetanei ci arrivavano io ero già altrove. E' stato bellino anche questo scambio di gente con cui magari mi ci vedevo per altre situazioni - tipo sport e cose così – che erano coetanei, ci si raccontavano le cose...sicché non le ho mai condivise certe esperienze con le persone della mia età perché ero sempre il più piccino. Poi che ti posso dire? Mi relaziono bene alla gente... R(5):In quel periodo comunque eri credente o eri più che altro dentro il meccanismo... I(5):Diciamo si che ero dentro il meccanismo o comunque...cioè bene o male ci credevo, ma perché ero abituato a crederci e mi relazionavo sempre a persone abituate a crederci ed era normale così. Nel senso io la domenica andavo alla messa, alle 10.30 la mattina, facevo l'animatore, si portava i ragazzini ai centri estivi...e comunque ero più affascinato dal risvolto dell'animazione e di tutte queste storie qui che quindi mi portavano a viver sempre in quel contesto e diventava normale..un punto di ritrovo andare la domenica a messa. Però era abbastanza sviscerato il discorso della credenza. Comunque già sapevo che ero gay e li la tua realtà viene demonizzata come una malattia. Già questa cosa ti dice: “Ma come io devo star qui a portare sta voce di questo che a me m'ammazzerebbe. E così ho iniziato tutto un altro percorso, ho iniziato a frequentare i centri sociali eccetera...mi son sbattezzato.