EFFETTI COLLATERALI Specialmente nel corso delle prime assunzioni, molti – spesso a causa dell’associazione della ketamina all’alcol – sono incorsi in nausea vomito e giramenti di testa. Inoltre, non avendo ancora sviluppato alcuna tolleranza, alcuni hanno lamentato una fastidiosa incapacità di movimento. Altri raccontano di aver perso i sensi o di lunghe amnesie. Altri effetti collaterali a breve termine riguardano invece il contenuto vero e proprio dell’esperienza ketaminica e sono pertanto maggiormente soggetti alle differenti valutazioni personali. Nel rispetto di una prospettiva fenomenologica, farò riferimento esclusivo a quegli effetti collaterali che sono stati connotati come tali dagli stessi soggetti. È così che ad esempio, per quanto inattesi e rischiosi, non è possibile parlare in termini di effetti negativi in relazione alle esperienze particolarmente traumatiche di Underground e Sicuro (cfr. Espereinze più intense), in quanto da essi elaborate come positive. Diverso è il caso di Sister che, nonostante adori gli allucinogeni, ha parlato del k-hole come di “un viaggio dell’orrore, mi son sentita di morire. Ero svenuta ma la mente era attiva e ho sentito che morivo [...] non so neanche come raccontartelo! ma io piangevo, ero terrorizzata vedevo già la bara […] E lì è stata un po’ la svolta e per un bel po’ non l’ho utilizzata” (Sister). È così che a seguito dell’esperienza di k-hole Underground e Sicuro hanno intensificato il loro consumo di ketamina, mentre Sister si è presa un bel periodo di pausa. E quando ha deciso di ricominciare, l’ha fatto attraverso uno stile molto meno estremo. Ecco un esempio di come le aspettative e le valutazioni derivanti dall’esperienza giochino un ruolo cruciale tanto nel consolidamento quanto nella modifica dello stile di consumo. Infine, il caso più radicale di ridefinizione positiva di un effetto indesiderato ? seppur non riferito solo alla ketamina ma a un ampio ventaglio di allucinogeni ? è stato quello di Hippie che, dopo una serie di Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso), ha ammesso che “c’erano proprio dei problemi oggettivi. Ma la causa scatenante è stato il mio complesso, l’aggravante è stata la mia situazione universitaria, l’incentivo sono state le droghe. Però diciamo che sarei stato più latente. Ci avrei messo più tempo ad arrivarci. Io affermo qui che sono contento del lavoro che ho fatto con le sostanze su me stesso […] possono aprire porte della percezione che altrimenti non apriresti” (Hippie). Passando così agli effetti collaterali a lungo termine, o comunque, a quelli derivanti dall’uso prolungato, molti consumatori abituali di ketamina hanno lamentato perforazioni e lacerazioni delle mucose e delle pareti nasali, cistiti e dolori ai reni. I consumatori che si fossero avvalsi ripetutamente della via iniettiva hanno invece lamentato ematomi, emorragie persistenti, infezioni e depositi sottocutanei, oltre a una progressiva perdita della mobilità o indolenzimento persistente nelle aree del corpo preposte all’iniezione (solitamente gli arti). Sul piano psichico alcuni consumatori abituali hanno riferito di una serie di scompensi, che tuttavia dicono essere rientrati dopo un periodo prolungato di astinenza. Passando alla percezione della propria dipendenza, essa è risultata legata a considerazioni derivanti dalle diverse modalità con cui i soggetti hanno avuto a che fare con questo concetto nel corso della loro vita. Esperta consuma droghe da 29 anni, talvolta attraverso stili piuttosto estremi, tanto che si definisce ironicamente una “tossichella”. Ribadisce di non essere mai stata schiava delle droghe, pur essendone una cultrice. In particolare tra gli eroinomani, il consumo di ketamina, anche se quotidiano e massiccio come quello di Estremo (22 anni), non viene invece percepito come dipendente. Mancano tuttavia in questo lavoro testimonianze di consumatori che abbiano adottato l’iniezione come modalità d’assunzione prevalente. Pare che, tra le molte complicazioni, il passaggio alla modalità iniettiva costituisca, come presagito da molti intervistati, un passo decisivo verso la dipendenza. Nella popolazione legata alla scena rave, l’iniezione intramuscolare di ketamina pare tuttavia ricoprire principalmente un ruolo accessorio, per cui viene messa in atto solo in determinate circostanze straordinarie.