R(6):Nel vostro caso il passaggio ai club è legato al fatto che c'è stato un giro di vite sui rave? I(6):No. Dal punto di vista personale e delle crew ciò è dovuto più che al giro di vite alla morte dei rave! Perché comunque quella è venuta prima. Dal 2004 il movimento rave ha perso il motivo per cui era nato. E' imploso sotto al peso delle sostanze. R(7):Come mai? I(7):Secondo me c'è stato un problema di comunicazione intergenerazionale tra la mia generazione e quelle più giovani, un assenza di comunicazione negli spazi sociali e nei centri sociali. E un po' anche il fatto che le generazioni nuove si sfondano tanto di più di noi, o comunque in maniera diversa. Quand'ero piccolo e andavi a una festa ti drogavi c'erano quelli più grandi che ti dicevano di farlo, ma con attenzione: “Quello si, quello no, quello stacci attento”. Invece ora questa cosa qui non c'è più. C'è un menefreghismo totale, la gente comunica molto meno...Un po' sé perso l'obiettivo, ma è anche colpa dell'eroina che è ritornata sulle piazze. Non so se per colpa della gente o per colpa di “Chi”. Comunque la mia generazione aveva un uso marginale di eroina. Intorno al 200 ce ne stava poca. C'erano i tossici, ma il ragazzino normale di 18 anni non si fumava le stagnole. Si fumava le canne e al massimo si mangiava le pasticche. Ora siamo invasi. E il fumo ce ne sta sempre meno e fa sempre più schifo. Così il pischello di 18 anni si compra la busta di roba e se la fa... R(13):Avevi chi ti supportava? Potevi stare tranquillo? I(13):Si si, ero con gli amici...E comunque quella volta il contesto era tranquillo. Ti potevan rubare qualcosa, ma come in una qualsiasi piazzi di Firenze. C'era rispetto la gente era li per divertirsi e stare bene. E ance se qualcuno stava male la gente veniva a vedere come stavi. Ora questo si è perso...