STILI DI CONSUMO Un obiettivo intermedio di questo lavoro è stato ricostruire il processo di consolidamento dello stile di consumo a partire dalle prime espe-rienze. Già secondo Becker [1963], chi usa una sostanza per la prima volta desidererà ripetere l’esperienza soltanto se riuscirà a elaborare un vissuto piacevole e desiderabile. Questo processo, che costituisce il primo passo verso il consolidamento di uno stile di consumo, chiama in causa un groviglio di fattori difficilmente sintetizzabili, malgrado sia necessaria una definizione per quanto possibile precisa. Gli “effetti ricercati” riguardano le alterazioni percettive o emotive che il soggetto prevede di ottenere conseguentemente all’assunzione di una sostanza, ad esempio, sulla base di racconti o esperienze pregresse. Viceversa gli “effetti ottenuti” sono quelli in cui il soggetto effettivamente incorre e che quindi potrebbero essere scomposti, in termini di outcome, tra gli stessi “effetti ricercati” e gli “effetti collaterali”. Questi ultimi possono essere riferiti quindi a una pluralità di esperienze definite in maniera diversa dai singoli soggetti. Possono essere classificati come a breve termine (relativi cioè all’episodio di consumo o ai momenti a esso immediatamente conseguenti) o a lungo termine (derivanti cioè dall’uso prolungato); ma possono essere ordinati anche in base alla gravità, al fatto che siano psichici o fisici, e via dicendo. Inoltre, per quanto riguarda quelli a breve termine ? a cui genericamente si è maggiormente esposti nel corso prime esperienze ? essi possono essere distinti tra alcuni connotabili come negativi su di un piano ragionevolmente oggettivo (ad esempio il vomito o l’overdose), e altri, specialmente di carattere psichedelico, a cui diversi soggetti potranno dare connotazione diversa, talora opposta. Meritano poi menzione a parte due effetti collaterali a lungo termine sicuramente negativi e ascrivibili a molte sostanze, seppur con intensità e modalità differenti, ovvero “tolleranza” e “dipendenza”. Questi sono altri due elementi che, se presenti, condizionano forte-mente lo stile di consumo. Sono poi state indagate le tendenze legate a proprietà quali “dosaggio”, “modalità”, “frequenza” e “numero di assunzioni”. Infine, il “policonsumo” è stato trattato principalmente nell’accezione di assunzione di più sostanze nell’arco del medesimo episodio di consumo. Come accennato, Zinberg [1984] afferma che l’effetto ottenuto è il prodotto sia dalle proprietà riferibili direttamente alla sostanza (tra cui anche modalità e numero di assunzioni, dosaggio e policonsumo), sia al set (proprietà soggettive tra cui rientrano quindi anche gli effetti ricercati e il policonsumo ), sia al setting, ovvero relative al contesto. I suddetti elementi concorrono a delineare tanto le prime quanto le successive esperienze di assunzione, oltre a influire sullo stesso processo di consolidamento; ma soprattutto costituiscono le principali caratteristiche dello stile stesso. Esso, una volta instauratosi, viene inoltre caratterizzato da una certa “frequenza degli episodi” e dall’elezione di uno o più “contesti privilegiati di assunzione”. Va però sottolineato quanto accennato sopra, ovvero che i casi in cui un individuo sperimenti un unico stile sono rari. Spesso i fattori in gioco mutano, tanto da rendere probabile una sperimentazione sia di diverse sostanze sia di diversi stili. Ho denominato i quattro stili “accidentale”, “occasionale”, “quotidiano” e “psiconautico” (cfr. tabella). I principali fundamenta divisionis sono costituti dalla frequenza e dal contesto privilegiato di consumo. All’interno dei singoli stili è però possibile rintracciare regolarità anche riguardo al dosaggio, agli effetti ricercati, al policonsumo, alle modalità d’assunzione e – talvolta – di approvvigionamento.