“A quella festa c'era un mio amico che aveva riportato della cocaina dalla Colombia per cui presi quella. Quella e principalmente la k. Li non so se era la qualità della k oppure un mio stato mentale. S'era in una pineta con accanto la coltivazione del prato dell'Olimpico..sulle dune di sabbia c'era quest'erba di un soffice allucinante. In quel contesto sta k mi è piaciuta tantissimo. Ho percepito la realtà in maniera diversa. Innanzitutto più schiacciata, bidimensionale..sembrava un cartone animato. Una sensazione fisica mista ad allegria. In più alle feste io mi facevo i beveroni di super alcol da portarmi in giro, tipo 1,5 di vodka-lemon perché anche con la cocaina si bilanciano bene[...]Da quella volta è come se avessi toccato una punta di goduria che poi... vuoi perché gli sbirri hanno iniziato sempre più a romper il cazzo quindi la gente andava meno alle feste, vuoi perché da quella festa il mio gruppo c'è andato sempre meno. Probabilmente lì l'effetto della k, quel momento particolare che avevo vissuto, probabilmente era legato anche al gruppo con cui ero andato, al contesto che ci eravamo riusciti a creare. Siamo stati tre giorni a quella festa, poi siamo andati al mare. Probabilmente siamo riusciti a creare un accadere di fatti particolarmente conciliante col benessere.