“Insomma questo porta due sacchettate dei funghi grandi così e dice: “ Se non ci credete proviamo!”...e iniziamo a magnà sti funghi. Ad un tratto parte un deliro collettivo[...] Ma positivissimo! Io scrissi un librettino de disegni quella sera. Andai in giro con un amico mio me sembrava de stà in un paese tropicale. Era caldo però ad Amsterdam te puoi immaginà...Un esperienza così positiva. Da li ho iniziato ad usà tutto quello che studiavo per viverlo all'interno de quest'esperienza qui. Scrissi delle cose su Pirandello, perché a scuola stavamo leggendo Pirandello a scuola, feci tutti i collegamenti...come se me se schiarisse anche tutto l'ambito culturale..E li ho capito che cosa era la droga: un esperienza con cui si muovono gli strati della coscienza. Coi funghetti l'ho sentito proprio! Come se ci fosse un io che viene negato quotidianamente e con questa esperienza qui era riaffiorato. Quindi l'idea che siamo anche altro dal modo in cui quotidianamente siamo con glia altri. I per dire ero una persona anche un po' timida: son sempre stato nelle situazioni, però ero uno che andava così da un'altra persona “o ciao come stai?”. In quell'occasione scoprì anche questa parte di me. Per questo poi ho cercato di tenerme tutte queste cose che ho pensato durante questo viaggio ad Amsterdam coi funghetti. Quello è stato il momento in cui ho capito la strumentalità della droga. La droga come strumento per arricchire anche se stessi”.