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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Dal secondo dopoguerra agli anni '60, una visione del mondo fortemente influenzata dalla evoluzione tecnologica negli anni '60 con l'omologazione linguistica operata dalla televisione e dall'onnipresenza del linguaggio pubblicitario, dall'influenza, diretta o indiretta, esercitata dal PCI sull'élite intellettuale italiana che pretendeva di uniformare la produzione artistica e letteraria ai canoni del realismo socialista, una visione del mondo fortemente influenzata dalla evoluzione tecnologica negli anni '60 con l'affermarsi pieno e completo della società di massa, IL PANORAMA CULTURALE DAL SECONDO DOPOGUERRA AGLI ANNI '60 vede in Italia diffondersi l'ansia per una nuova apertura agli influssi del pensiero e dell'arte europei (e più in generale stranieri), una visione del mondo fortemente influenzata dalla evoluzione tecnologica negli anni '60 con l'industrializzazione avanzata che trasforma radicalmente ogni settore della vita civile, dalla diffusione negli anni '60 di un approccio nuovo alle indagini su ogni aspetto della realtà, in particolare nelle discipline sociali, nella linguistica e nella letteratura un approccio che si diffonde soprattutto nella antropologia culturale, nella linguistica, nella sociologia e nella psicanalisi, pretendeva di uniformare la produzione artistica e letteraria ai canoni del realismo socialista canoni che avevano soffocato ogni originale espressione artistica e letteraria in Unione Sovietica sotto il controllo del responsabile culturale Ždanov, una visione del mondo fortemente influenzata dalla evoluzione tecnologica negli anni '60 con la pervasività del mezzo televisivo nell'universo delle comunicazioni, una visione del mondo fortemente influenzata dalla evoluzione tecnologica negli anni '60 che rivela una realtà sempre più complessa e interconnessa, pretendeva di uniformare la produzione artistica e letteraria ai canoni del realismo socialista e tuttavia molti intellettuali di sinistra rifiutarono l'omologazione al modello egemonico ždanoviano, in un clima di fattivo impegno e di acceso dibattito ideologico che rappresentava in ambito culturale una spinta verso il progresso, in sintonia con gli sforzi collettivi per la ricostruzione materiale del Paese, la chiusura totalitaria di un ventennio in una sorta di gabbia autarchica e xenofoba e dunque in un clima di fattivo impegno e di acceso dibattito ideologico, IL PANORAMA CULTURALE DAL SECONDO DOPOGUERRA AGLI ANNI '60 è segnato dalle suggestioni provenienti dalla filosofia esistenzialista di Heidegger, molti intellettuali di sinistra rifiutarono l'omologazione al modello egemonico ždanoviano rivendicando la necessità di un approccio critico al realismo, come affermava il filosofo Lukács, genera nuovi campi d'indagine, come la semiotica ovvero lo studio della comunicazione come interazione di segni e significati, IL PANORAMA CULTURALE DAL SECONDO DOPOGUERRA AGLI ANNI '60 è segnato dall'influenza, diretta o indiretta, esercitata dal PCI sull'élite intellettuale italiana, pretendeva di uniformare la produzione artistica e letteraria ai canoni del realismo socialista canoni che imponevano una stretta aderenza al realismo, ma anche una visione celebrativa ed eroica della lotta contadina e proletaria contro la borghesia capitalistica, dall'influenza esercitata dallo strutturalismo francese ovvero dalla diffusione negli anni '60 di un approccio nuovo alle indagini su ogni aspetto della realtà, in particolare nelle discipline sociali, nella linguistica e nella letteratura, in Italia diffondersi l'ansia per una nuova apertura agli influssi del pensiero e dell'arte europei (e più in generale stranieri) dopo la chiusura totalitaria di un ventennio in una sorta di gabbia autarchica e xenofoba, il filosofo e scrittore francese J.P. Sartre che unendo l'esistenzialismo alla propria visione idelogica di intellettuale di sinistra, considerava l'impegno etico e critico nel sociale come unico antidoto per sopravvivere all'angoscia esistenziale (noia)