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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: m055, Il sé e la condotta sociale (il sé come interfaccia) gli altri verso di noi l'opinione che ci facciamo circa l'attenzione degli altri nei nostri confronti (quanto ci pensano e ci osservano?), quando una specifica identità non è stata ancora raggiunta, aumenta la probabilità di ostentare simboli sostitutivi al contrario la sicurezza sulla propria identità non ha bisogno di "rinforzi" (non si sente la necessità di dimostrare nulla), l'opinione che ci facciamo circa l'attenzione degli altri nei nostri confronti (quanto ci pensano e ci osservano?) le ricerche hanno descritto idea erronea di trasparenza, le minacce al nostro sé (e le loro conseguense emotive e fisiche) come per esempio fattori di stress, non riuscire a reagire ciò porta ad una condizione di depressione (il depresso è colui che ha appreso l'incapacità, vera o presunta, di variare certe condizioni ambientali), fattori di stress al fine di evitarli spesso si tende a minimizzare la minaccia: accentuando gli aspetti positivi e ignorando quelli negativi, auto-inibizione sui comportamenti è quindi un importante regolatore della condotta sociale, le minacce al nostro sé (e le loro conseguense emotive e fisiche) "la miglior difesa è l'attacco!" invece di adottare strategie di evitamento, il farsi coinvolgere dal problema risulta spesso la strategia più fruttuosa, il fenomeno del completamento simbolico ovvero le strategie che mettiamo in atto per simulare l'identità che vorremmo possedere e ancora non possediamo, depressione (il depresso è colui che ha appreso l'incapacità, vera o presunta, di variare certe condizioni ambientali) vi è quindi un atteggiamento auto-lesionista attribuzione di tipo interno (sono io la causa dei miei insuccessi e non posso farci nulla), convincendoci che il nostro comportamento debba essere chiaramente interpretato dal partner, la sua difficoltà a capirci viene erroneamente interpretata come disinteresse nei nostri confronti ciò evidenzia comunque l'importanza della capacità di capirsi per avere un buon rapporto (essere attenti), strategia di fallimento ovvero adottiamo comportamenti auto-lesionistici ci creiamo inconsapevolmente le condizioni per l'insuccesso (impedimenti), così da evitare di doverlo attribuirlo a noi stessi (cerchiamo di difendere l'auto-stima), persone ansiose per esempio dovendo parlare in pubblico, l'idea che lo stato di ansietà venga scoperto, porta ad un aumento dell'ansia che a sua volta rafforza l'idea di essere scoperti, ecc., profezia che si autoavvera vedi Mappa n. 49 (impressioni), Il sé e la condotta sociale (il sé come interfaccia) noi calati nell'ambiente le minacce al nostro sé (e le loro conseguense emotive e fisiche), sovrastimiamo la capacità che gli altri capiscano i nostri stati d'animo e i nostri pensieri fenomeno che interessa molto i rapporti di coppia convincendoci che il nostro comportamento debba essere chiaramente interpretato dal partner, la sua difficoltà a capirci viene erroneamente interpretata come disinteresse nei nostri confronti, sovrastimiamo la capacità che gli altri capiscano i nostri stati d'animo e i nostri pensieri fenomeno riscontrabile in particolare nelle persone ansiose, l'opinione che ci facciamo circa l'attenzione degli altri nei nostri confronti (quanto ci pensano e ci osservano?) le ricerche hanno descritto effetto spotlight (sentirsi sotto la luce dei riflettori), idea erronea di trasparenza ovvero sovrastimiamo la capacità che gli altri capiscano i nostri stati d'animo e i nostri pensieri, incongruenze che hanno un forte impatto emotivo, al quale vogliamo sfuggire evitando l'autoconsapevolezza